E' nata Sativa Calabria

Siamo un gruppo di persone che hanno deciso di smuovere le acque.

 

Il tempo del ristagno intellettuale è fatto di demotivazione e delle delusioni delle proprie esperienze passate. Sicuramente il vivere sociale odierno non  aiuta, ma le individualità sono la carta vincente.

Le esperienze e competenze che ci hanno avvicinato, sullo sfondo comprimario di una familiarità e stima reciproca,  sono la curiosità intellettuale, il background diversificato e la voglia di rimetterci in gioco.

Chi in fine lavoro post insegnamento, chi nell'imprenditoria agricola,  chi uscito dal ciclo lavorativo per scelta e/o per crisi, con esperienza multivariale in altri settori.

La scelta di confluire in una communitas rei, la cui “res”, da intendere in senso olistico, è coniugare l’intellettualità e la terra, la mente e la radice di una pianta antica.

La scelta dunque della Cannabis Sativa è radicare esperienze, ripulendo, come fa la pianta stessa, il terreno eventualmente inquinato.

 

Trasferendo da un ‘fare’ antico ciò che può giovare alle esigenze salutistiche di una mensa attuale, in cui il cibo sia immissione di fattori positivi e sani per la mente e per il corpo.


Canapa: il ritorno di una coltura prestigiosa

convegno canapa 4.7.2015
convegno canapa 4.7.2015_1
convegno canapa 4.7.2015_2
convegno canapa 4.7.2015
convegno canapa 4.7.2015
convegno canapa 4.7.2015_3
convegno canapa 4.7.2015_4
convegno canapa 4.7.2015
convegno canapa 4.7.2015_5
convegno canapa 4.7.2015
convegno canapa 4.7.2015_6
convegno canapa 4.7.2015
convegno canapa 4.7.2015_7
convegno canapa 4.7.2015

convegno canapa 4.7.2015_8
convegno canapa 4.7.2015
convegno canapa 4.7.2015_9
convegno canapa 4.7.2015

Pianta sostenibile per quattro componenti fondamentali: economica, genera reddito e lavoro per la popolazione;

sociale, genera condizioni di benessere umano (sicurezza, salute e istruzione);

ambientale, intesa come capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali;

istituzionale, intesa come capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione.

Tutto questo Bello e Buono, il partenariato di Filiera vuole realizzarlo nel profondo Sud, insieme alle giovani leve del mondo agricolo: una filiera completa dalla Valle alla Collina, alla Montagna, dove Primo, Secondo e Terzo settore produttivo lavorano in sinergia, costruendo osmosi perfetta per offrire nuova occupazione e redditività alternativa nello sviluppo sostenibile.

L’obbiettivo del presente partenariato è dare avvio e sviluppo alla Filiera della Cannabis Sativa, nel rispetto delle leggi attuali e future, costruirla dalla coltivazione alla lavorazione, coinvolgendo i diversi settori merceologici nei quali la pianta può essere utilizzata.

 

 Caratteristiche botaniche: Ordine Urticali, Famiglia Cannabinacee, Genere Cannabis, Genere Humulus

Sono piante della flora spontanea dei paesi a clima temperato e nel caso del genere Humulus, anche a clima temperato freddo dell’emisfero boreale.

 

In questo quadro disegnato da madre natura entrano i botanici e via con le tesi!

La scuola dello svedese, Carlo Linneo (1753) propone una classificazione affermando che esiste una sola specie molto variabile, la Cannabis con due sottospecie:

·       Sativa tipica dei paesi settentrionali ed usata per fibra ed olio

·       Indica tipica dei paesi caldi e ricca di resina e Thc

La scuola del russo, Janichewski  (1924) classifica tre diverse specie:

Cannabis Sativa, alta fino a tre metri; Cannabis Indica, più bassa e con maggiore vegetazione; Cannabis Ruderalis, altezza max 500 cm e priva di rami.

Infine, la scuola canadese nel 1976 conferma le tesi di Linneo, per cui esiste una sola Specie per due sottospecie, Sative ed Indica.

 

La coltura ‘prestigiosa’ oggetto di questo incontro, avente lo scopo di COSTRUIRE LA FILIERA DEL SUD, è la CANNABIS SATIVA,

 

Essendo  piante molto simili, sativa e indica, l’equivoco può nascere. Se poi su questa somiglianza si inseriscono interessi politico – economici, è facile pensare ed agire secondo fini non proprio trasparenti, mettendo in secondo ordine la botanica e le diverse scuole di pensiero.

La ‘guerra della canapa’ ha attraversato quasi un secolo di storia.

Un’immagine tutta avvolta in equivoci, controversie, strascichi polemici, rancori, accuse, e risentite difese che, in parte, hanno col tempo perduto di senso, diventando incomprensibili, comunque determinando il successo della Cannabis in Europa e nel mondo.

Una ricerca illuminata e finanziata ha fatto sì che alcuni paesi, investendo sulla coltivazione oggi continuano nell’opera di diversificazione del prodotto agricolo, immettendo economie sostenibili e redditi nel nuovo settore primario.

 

La canapa e l’Italia

La pianta originaria dell’oriente (Russia, Afghanistan, Iran, Cina ed india), dove vive spontanea, è introdotta in Piemonte dalle legioni dell’antica Roma. La coltura alimenta nelle regioni settentrionali (Piemonte e Liguria) un vero capitalismo di campagna.

 

Funi, panni, sacchi, lenzuola, reti per pescatori, estratti dalla fibra; col seme essiccato si cucinavano zuppe e decotti.

 

Il processo industriale per ottenere tali prodotti era nelle mani di maestranze veneziane, mentre le fasi di lavorazione, macerazione, essiccamento delle piante, immagazzinamento e trasporto avvenivano nel mondo contadino.

La canapicoltura in Italia non riuscì a modernizzarsi per mancanza di capitali, mentre in altre nazioni (Usa, Inghilterra), con la nascita del capitalismo industriale, si creavano redditi e condizioni sociali migliori.

Pur ottenendo il miglior prodotto qualitativo nel mondo occidentale, l’Italia perse il treno dello sviluppo. Successivamente le nazioni forti, che detenevano le redini della politica e dell’economia mondiale, imposero il cotone e la debole canapicoltura italiana (risorta con il ventennio fascista) fu costretta a sparire dopo la seconda Guerra.

Con l’avvento della fibra plastica, humus di investimento del grande capitale straniero e con l’involuzione nei consumi, tutti sono andati verso l’insostenibile, senza Se e senza Pro, tutti verso il Global.

Il mondo delle fibre naturali (madre terra) perde la battaglia, ma non la guerra!

La campagna mediatica, tesa a dimostrare gli esiti negativi della Cannabis, in America, oggi liberalizza non la Sativa, da sempre libera, ma la Indica, confusa ad arte e per interesse economico (vedi la Dupont .. ) con la prima.

Lo scopo era di favorire ad inizio secolo, il cotone e lino americano e poi, il mondo della plastica (petrolio), che sporca e inquina mente e mondo.

 

Canapa: Il ritorno

L’assenza della coltivazione dalla campagna italiana, incominciata a metà anni Settanta (1978), dura fino al 1998. Il MIPAF, notando una ripresa della canapicoltura nella UE, tenendo presente un disegno di legge, proposto al Senato nel 1997, ‘tenta’ il risveglio dell’attenzione alla pianta, da sempre vivente e sempre pronta per una redditività diversa ed ecosostenibile per il PIL agricolo nazionale.

La C.E. con il reg.to n. 13/08 del 29/06/1970 stanzia aiuti economici forfettari per Ha/coltura con l’obbiettivo di regolare i mercati nel settore delle tessili naturali.

Il reg.to C.E. n. 619/71 fissa le norme generali per la concessione dell’aiuto che viene accordato per la coltivazione di varietà tra cui la Carmagnola e la Fibra Nova (sementi italiane), con un contenuto di THC inferiore alla soglia dello 0,3%.

Il premio Ha alquanto interessante sfiorava i due milioni Ha/coltura.

Nessun terrun ha avuto questa possibilità. La politica agricola nazionale, quella regionale, il mondo associativo sindacale e non, disdegnarono tali risorse per il sud!?

Oggi la Pac sostiene la canapicoltura più modestamente inserendola come coltura a seminativi. Oggi rispetto a ieri la pianta scopre altri prodotti: dalla fibra lunga si estraggono tessuti per abbigliamento, arredamento, cordami e tappeti.

Dalla fibra corta si estraggono carta, filtri isolanti, geotessili.

Dal canapulo, pannelli isolanti, materiale inerte per edilizia, lettiere. Dal seme, olio alimentare, cosmetici, vernici e resine.

 

La canapa è l’erba che può aiutare il pianeta. A questo motto condiviso dal movimento ecologista e dal Politecnico di Torino, qualcuno tra i relatori presenti ha aggiunto che la canapa è come il maiale: Non si Butta via niente!

convegno canapa 4.7.2015_10
convegno canapa 4.7.2015